È sempre stato il corpo umano, con le sue funzioni uniche e le vulnerabilità anatomiche comuni, a dettare i metodi più efficaci per colpire ed afferrare, allo scopo di impedire al meglio la funzionalità motoria nel corso di un’aggressione.
Questo è lo scopo ultimo dell’autodifesa.
Patrick McCarthy
Ecco un riassunto estremamente semplificato della sequenza logica alla base della pratica nel Koryu Uchinadi.
Gli atti di violenza fisica abituale (vedi tabella sotto) vengono identificati come premesse contestuali alla base dei kata.
Ciascuna aggressione viene identificata e metodicamente insegnata ai praticanti, procedendo in ordine di distanza e semplicità (distanza da calcio, da pugno, da presa, corpo a corpo).
Ci sono 36 atti di violenza fisica abituale di base e non meno di 72 varianti di questi temi comuni che costituiscono un totale di 108 diversi scenari.
ATTI ABITUALI DI VIOLENZA FISICA (come catalogati da Hanshi Patrick McCarthy) |
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1. Calci diretti 2. Calci circolari 3. Pugni diretti 4. Pugni circolari 5. Colpi verso il basso 6. Colpi verso l’alto 7. Colpi di gomito e ginocchio 8. Testate / morsi e sputi 9. Stretta ai testicoli 10. Sgambetto/falciata di piede o gamba 11. Tirata di capelli con una o due mani da davanti/dietro 12. Soffocamento a una o due mani da davanti/dietro 13. Soffocamento da dietro 14. Presa della testa/chancery 15. Soffocamento a ghigliottina 16. Half/full-nelson 17. Bearhug sopra le braccia da dietro (e var. laterali) 18. Bearhug sotto le braccia da dietro (e var. laterali) |
19. Bearhug sopra le braccia da davanti (e var. laterali) 20. Bearhug sotto le braccia da davanti (e var. laterali) 21. Placcaggio (tackle) da davanti/dietro 22. Presa del polso ad una mano (stessa/opposta – normale/opposta) 23. Presa del polso a due mani (normale/opposta) 24. Presa di entrambi i polsi da davanti/dietro 25. Presa di entrambe le braccia da davanti/dietro 26. Presa di una o entrambe le spalle da davanti/dietro 27. Presa del braccio (arm-lock dietro la schiena) 28. Leva sul braccio da davanti 29. Leva sul braccio dal lato 30. Presa del bavero con una o due mani 31. Spinta ad una o due mani 32. Indumento spinto sopra la testa 33. Presa e colpo 34. Presa di una o entrambe le gambe/caviglie da davanti/lato/dietro 35. Mount 36. Attacchi (calci, percosse) mentre si è a terra |
Gli atti di violenza fisica vengono insegnati individualmente in modo che ciascun praticante possa comprenderne le dinamiche, i particolari che li rendono pericolosi e quali sono le tattiche difensive che meglio rispondono all’esigenza di controllarli con efficacia.
Ogni singola applicazione viene quindi eseguita ripetutamente con un partner, opponendo inizialmente la sola resistenza passiva. In seguito vengono introdotte le varianti, allo scopo di prendere confidenza sia con l’atto di violenza fisica che con il tema difensivo proposto.
Quando si raggiunge un livello di competenza accettabile l’attaccante e il difensore vengono incoraggiati ad incrementare gradualmente l’intensità dell’azione fino ad arrivare ad affrontare lo scenario con resistenza aggressiva, grazie alla fiducia nella capacità acquisita di controllare efficacemente l’imprevedibilità associata ad un’aggressione realistica.
In questo modo si giunge a riprodurre, seppur in ambiente controllato per evidenti motivi di sicurezza e salvaguardia dell’incolumità dei praticanti, lo scenario più vicino a ciò che potrebbe malauguratamente accadere in un contesto reale.
Solo in seguito i praticanti vengono guidati alla pratica a solo delle “parti difensive” precedentemente studiate e che, collegate in sequenze prestabilite, diventano qualcosa di molto più significativo rispetto alla semplice somma delle singole parti componenti: i kata.
Questa sequenza di apprendimento, del tutto opposta al modo in cui vengono insegnati i kata oggi, risulta molto più efficace nella comprensione delle reali applicazioni celate nelle sequenze classiche ed è, secondo gli studi di Hanshi Patrick McCarthy, quella più vicina al modo in cui in origine venne concepita e trasmessa la nostra arte.
Il percorso di studio nel Koryu Uchinadi, estremamente semplificato sopra, segue le logiche schematizzate nel diagramma seguente: